TERRITORIO
LA TERRA DE I PRODOTTI DI MAMMA NATURA
CASTEL FIORENTINO

In agro di Torremaggiore, a 9 chilometri a sud della città, sul versante ovest di una collina detta dello Sterparone (sperone interfluviale delimitato dal Canale della Bufala e dal Canaletto), si ergeva il centro abitato di Fiorentino, antica sede vescovile. Sorta su un’importante arteria che da Teanum Apulum conduceva a Luceria, Fiorentino, venne edificata ex-nihilo, tra il 1018 e il 1023 dal catapano bizantino Basilio Baiohannes, insieme a Troia, Civitate, Dragonara, etc… . La città fu inserita nel sistema strategico-difensivo della frontiera settentrionale della Puglia, allo scopo di fronteggiare gli attacchi dei nemici dell’impero di Bisanzio.
Nel mese di dicembre 1250 vi morì “apud portam ferream sub flore” l’imperatore Federico II di Svevia.
Distrutta la città nell’ottobre del 1255 durante le aspre lotte tra il papato e la Casa di Svevia, gli abitanti superstiti si rifugiarono in maggioranza a Torremaggiore, seppur in forma graduale e non immediata. La vita a Fiorentino non si riprese mai più, tanto che la città non compare affatto nella tassazione focatica dei primi anni del 1300 imposta dagli Angioini.
Gli scavi archeologici in corso del sito abbandonato hanno riportato alla luce la “domus” federiciana con i segni evidenti delle distruzioni e dei rifacimenti di età angioina. La cattedrale, intitolata a S. Michele Arcangelo, oggetto di una recente indagine da parte della Soprintendenza ai Beni A.A.A.S. della Puglia, dominava nel settore sud-occidentale della città, con la facciata rivolta alla magna platea.
E’ plausibile che da esse provengano in buona parte le sculture medievali riutilizzate come arredo artistico-urbano della chiesa matrice di San Nicola e abitazioni del nucleo più antico di Torremaggiore, conosciuto come “Codachio”.
IL CASTELLO DUCALE DI TORREMAGGIORE
L’origine di Torremaggiore risale quindi all’anno Mille, quando il casale col nome di “Terra Maggiore”, era infeudato alla vicina Abbazia benedettina di S.Pietro. All’Abate, vero feudatario, sono indirizzati i documenti di cui ci è pervenuta memoria, tra cui l’importante bolla di papa Onorio III del 12l6, che conferma ed enumera tutti i vasti possedimenti ed i privilegi concessi al detto Monastero, già riconosciuti con praeceptum dal catapano bizantino Boiohannes nel 1018, dal normanno Roberto il Guiscardo nel 1067 e dal re di Sicilia, Ruggero II d’Altavilla, nel 1134. Le aspre lotte, scatenatesi dopo la morte di Federico II, tra i suoi discendenti e il Papato, hanno determinato la distruzione di Fiorentino e Dragonara ad opera di soldataglie papaline e di fuorusciti guelfi. Nella seconda metà del XIII secolo, dunque, Torremaggiore viene ripopolata dai profughi delle anzidette città, che si stabiliscono all’ombra dell’Abbazia di S.Pietro, in prossimità del Castrum normanno-svevo, ora inglobato nel Castello Ducale.
Nel periodo Svevo, con Federico II, le diverse costruzioni militari furono dispiegate secondo le isoipse naturali che definivano la rete di sorveglianza territoriale che avevano come centrale difensiva il Palazzo Imperiale di Foggia, e perifericamente le fortezze di Deliceto, la torre di Bovino, il baluardo di Troia, Fiorentino, Dragonara, Montecorvino, Torremaggiore, Monterotaro, Castelpagano, Apricena, S.Nicandro Garganico, Castelpagano, la torre di Tertiveri, e le torri di avvistamento dispiegate lungo il promontorio del Gargano. L’architettura Federiciana si caratterizzò per la tipologia di residenza piuttosto che di fortezza, per cui la sfarzosità veniva spesso ostentata anche nelle Solaciorum di campagna (Apricena, Lucera, etc.) mentre, sfarzosa era la residenza di Foggia, nella quale Federico II esercitava il Potere Imperiale. L’economia generale del territorio, a fronte delle trasformazioni e delle nuove costruzioni erette dal regnate, ebbe conseguenze negative: l’Imperatore decise quindi di recuperare il patrimonio attraverso la sottrazione agli ordini religiosi, dei monasteri e della abbazie. Tra questi, figura quello di Terra Maggiore o Torremaggiore.
